04/08/2025 strategic-culture.su  6min 🇮🇹 #286292

Il mito dell'Occidente « giudaico-cristiano »: perché questa etichetta non regge

Lorenzo Maria Pacini

I cristiani vengono strumentalizzati politicamente, finanziariamente e spiritualmente per servire un programma che, in sostanza, rifiuta Cristo, scrive Lorenzo Maria Pacini.

L'operazione psicologica chiamata "giudeo-cristianesimo"

Nei recenti deliri sionisti in Occidente, è ritornata in voga una narrativa, per la quale il Cristianesimo sia strettamente collegato, ed in un certo senso debito, all'Ebraismo, in quanto Gesù era nato ebreo. Nacque allora a inizio Novecento il binomio "Giudeo-Cristianesimo", con aggettivi annessi.

Ora, c'è un problema: è un termine propagandistico.

Storicamente e teologicamente, non esiste una tradizione "giudaico-cristiana" coesa. Si tratta di un'invenzione politica moderna, promossa soprattutto dopo la Seconda guerra mondiale e durante la Guerra fredda, per creare l'illusione di valori condivisi tra cristianesimo e giudaismo, principalmente per ottenere il sostegno incondizionato dell'Occidente allo Stato di Israele.

Il termine è una contraddizione in termini teologici. Il cristianesimo si basa sulla credenza che Gesù sia il Messia, il Figlio di Dio e il salvatore dell'umanità. L'ebraismo rifiuta esplicitamente Gesù come Messia, lo considera un falso profeta e, in molti testi rabbinici, lo denigra duramente. L'odio deicida ebraico ha voluto la crocifissione del Cristo.

Si tratta di visioni del mondo reciprocamente esclusive, non possono essere accettate entrambe a meno che non vengano spogliate delle loro dottrine fondamentali.

Il termine è stato usato come arma per la lealtà politica, divenendo popolare soprattutto negli Stati Uniti - sarà un caso? -, come un modo per allineare i cristiani americani con lo Stato di Israele.

Il suo vero scopo? Forgiare la lealtà emotiva, sfumare i confini e garantire che i cristiani sostenessero incondizionatamente la politica estera israeliana sotto l'illusione di valori condivisi. Gli evangelici sono stati particolarmente presi di mira, dicendo loro che sostenere Israele è un dovere biblico, travisando Genesi 12:3 fuori contesto come se si riferisse a uno Stato moderno creato nel 1948, non ai discendenti spirituali di Abramo, allorché, argomento già trattato, lo Stato di Israele e gli Israeliti biblici sono due cose che hanno parecchi distinguo.

Cosa dicono realmente alcune élite giudaico-cristiane su Gesù

Lasciamo da parte i filtri di cortesia, qualche citazione di ciò che dice il giudaismo talmudico su Gesù:

Sanhedrin 43a: Gesù fu giustiziato per aver praticato la stregoneria e aver sviato Israele. È bollito negli escrementi per l'eternità.

Gittin 57a: Gesù è all'inferno, bruciato in escrementi bollenti.

Shabbat 104b e Yebamot 49b fanno riferimenti velati e volgari a Gesù e a sua madre.

Questi testi erano così incendiari che la Chiesa cattolica li ha proibiti per secoli; gli stessi ebrei hanno modificato e censurato questi passaggi nelle edizioni pubbliche per evitare reazioni negative, ma nelle versioni non censurate e negli studi privati, questi passaggi esistono ancora e vengono citati. Eppure ai cristiani viene detto che questa è una "tradizione condivisa"?

Sionismo moderno e antica religione israelita sono due cose diverse

Il sionismo moderno non è biblico; è un movimento nazionalista laico con fondatori atei Theodor Herzl, David e Ben-Gurion. La fondazione di Israele fu un progetto coloniale, sostenuto dall'imperialismo britannico in particolare con la nota Dichiarazione Balfour e successivamente militarizzato sotto l'egemonia statunitense. Non esiste alcun legame tra questo Stato e alcun patto antico con Dio. Infatti, i veri ebrei della Torahsi oppongono al sionismo proprio per questo motivo.

Si tratta di controllo, non di fede. Il concetto di "giudeo-cristiano" viene promosso per manipolare la lealtà cristiana a favore degli obiettivi geopolitici di Israele, per evitare critiche ai crimini israeliani proteggendoli con "valori di fede" condivisi, per minare il cristianesimo stesso fondendolo con una tradizione che odia il suo fondatore.

La "tradizione giudaico-cristiana" è un mito fraudolento creato per manipolare, non per unificare. I cristiani vengono utilizzati politicamente, finanziariamente e spiritualmente per servire un'agenda che, in sostanza, rifiuta Cristo.

Se Gesù entrasse nell'Israele moderno e predicasse, verrebbe crocifisso di nuovo.

Sicuramente è necessario chiarire che quanto segue riguarda l'Ebraismo in quanto religione successiva alla Bibbia e i suoi aderenti come praticanti - cioè gli ebrei seguaci del Talmud e della Cabala - e non l'etnia ebraica in sé.

La sinagoga talmudica, che l'apostolo Giovanni definisce per due volte "sinagoga di Satana" (Apocalisse 2,9; 3,9), è stata rigettata da Dio dopo la crocifissione di Cristo. Essa ha infranto la fedeltà al Patto Antico stipulato con Abramo e Mosè, ed è stata abbandonata da Dio che ha invece stabilito una Nuova Alleanza con il "piccolo resto" di Israele fedele sia a Cristo che a Mosè, nonché con i popoli gentili disposti ad accogliere il Vangelo. Questi ultimi, in gran parte, hanno risposto positivamente alla grazia, mentre solo una piccola parte l'ha rifiutata, preferendo adorare se stessa tramite idoli creati a propria immagine. Dio ha quindi rigettato coloro che hanno negato il Figlio unigenito e consustanziale. Di conseguenza, la teologia tradizionale ha sempre insegnato che il Giudaismo postbiblico, nel suo rifiuto deliberato di Cristo, è disapprovato da Dio e, finché persiste in questo rifiuto, non è in comunione spirituale né è oggetto della Grazia.

La studiosa di Patristica Denise Judant, ebrea convertita, ha scritto: «È fondamentale distinguere il Giudaismo dell'Antico Testamento da quello successivo all'avvento di Cristo. Il primo fu una preparazione al Cristianesimo; il secondo (quello talmudico) ha rifiutato la messianicità di Gesù e continua a negare che Egli sia il Messia. In questo senso, vi è opposizione netta tra Cristianesimo e Giudaismo attuale. L'Antica Alleanza non si fonda solo sull'elezione divina, ma anche sulla risposta umana. Mosè riceve da Dio un Patto che è bilaterale, non incondizionato (Deuteronomio 11,1-28). L'Alleanza, quindi, non è irrevocabile: la sua validità dipende dal comportamento di Israele, e più volte Dio minaccia di revocarla per l'infedeltà del popolo (Dt 28; Lv 26,14ss; Ger 26,4-6; Os 7,8 e 9,6).

ù In seguito al rigetto del Cristo da parte della maggioranza del popolo ebraico, Dio ha ristretto la sua misericordia a quel "resto" che credeva, secondo la teologia cristiana. Dio, a differenza dell'uomo, non rompe il Suo piano per primo, ma lo sviluppa e lo perfeziona, facendo evolvere l'Alleanza Antica nella Nuova, che promette un cuore rinnovato al "resto" fedele dei Giudei e si apre all'intera umanità. Gesù non ha fondato una nuova religione: ha rivelato che la salvezza universale dipendeva dalla venuta del Cristo. La Chiesa cristiana è rimasta fedele alla Tradizione dell'Antico Testamento, riconoscendo in Gesù il Messia annunciato dai Profeti. Per i Cristiani, è il Giudaismo postbiblico ad essersi reso infedele all'Antica Alleanza.

Approfondiremo meglio la questione e il legame fra messianismo americano, neocons e sionismo in un prossimo articolo.

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